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Nel dicembre 2015, Elon Musk, Sam Altman, Ilya Sutskever, Greg Brockman, Wojciech Zaremba e altri hanno fondato OpenAI a San Francisco.

L’obiettivo era promuovere e sviluppare un’intelligenza artificiale (IA) amichevole per garantire benefici all’umanità. Inizialmente concepita come un’organizzazione no-profit, OpenAI mirava a rendere l’IA accessibile e sicura per tutti.

Nel 2018, Elon Musk ha lasciato il consiglio di amministrazione di OpenAI, citando potenziali conflitti di interesse con il suo ruolo di CEO di Tesla, che stava investendo sempre più nell’IA.

Dopo la sua uscita, OpenAI ha iniziato a trasformarsi, creando una sussidiaria a scopo di lucro, OpenAI LP, per attrarre investimenti necessari allo sviluppo di tecnologie avanzate.

Un momento cruciale per OpenAI è stato il lancio di ChatGPT nel novembre 2022. Questo modello di linguaggio ha rapidamente guadagnato popolarità, dimostrando le potenzialità dell’IA nel comprendere e generare testo simile a quello umano. Il successo di ChatGPT ha portato a un aumento significativo della visibilità e delle valutazioni di OpenAI, attirando investimenti e partnership, tra cui un’importante collaborazione con Microsoft.

Nel febbraio 2025, Elon Musk ha presentato un’offerta di 97,4 miliardi di dollari per acquisire il controllo della parte no-profit di OpenAI, con l’intento di riportare l’organizzazione ai suoi principi originali. Il consiglio di amministrazione di OpenAI ha respinto all’unanimità l’offerta, affermando che non era in linea con la missione dell’organizzazione.

In risposta, Musk ha intrapreso azioni legali contro OpenAI, sostenendo che la transizione verso un modello a scopo di lucro tradiva gli obiettivi fondativi e poteva rappresentare un rischio per l’umanità.

Questa disputa mette in luce le complesse dinamiche tra innovazione tecnologica, etica e interessi commerciali nel campo dell’intelligenza artificiale. Mentre Musk sostiene la necessità di mantenere l’IA come bene comune, OpenAI difende la sua evoluzione verso un modello che possa sostenere finanziariamente la ricerca avanzata, pur mantenendo l’impegno verso il beneficio dell’umanità.

Fonti: