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E’ necessario creare i presupposti per realizzare un modello da attuare con la fine dello stato di emergenza, i pilastri del lavoro nella nuova normalità sono cinque: 

  1. fino al 50% di smart working su base mensile, 
  2. dotazioni informatiche e soluzioni ergonomiche aggiuntive per i dipendenti con particolari bisogni posturali o di salute, 
  3. pagamento degli straordinari anche se si lavora da casa, 
  4. diritto alla disconnessione,
  5. regole di comportamento per il rispetto della sfera personale

Ma soprattutto deve aumentare l’attenzione alla formazione dei manager e del personale che lavora in modalità “ibrida”

Nell’era del covid, con accordo sindacale o meno, abbiamo avviato lo smart working come modalità di lavoro in quasi tutte le realtà produttive  e abbiamo imparato tanto, nonostante alcuni fossero più preparati di altri. 

Alcune attività che pensavamo non si potessero fare da remoto, abbiamo capito che si possono invece fare con successo. E abbiamo imparato che alcune cose fatte in presenza vengono molto meglio. 

Nella nuova organizzazione, ciascun collaboratore deve poter lavorare da casa fino al 50% del tempo con un semplice accordo con il proprio capo, senza nessuna sovrastruttura organizzativa e aziendale.

Ma c’è anche dell’altro, deve essere definito un galateo dello smart working devono essere  identificati degli orari prima e dopo i quali non possono essere organizzati dei meeting, deve essere raccomandato uno spazio per la pausa pranzo e una durata dei meeting commisurata ai temi da affrontare e con il numero di partecipanti strettamente necessari, oltre alle tutele e al  riconoscimento delle prestazioni straordinarie.